L’obesità è una malattia cronica contraddistinta da un peso corporeo eccessivo e da una percentuale di massa grassa elevata. È una patologia molto stressante per l’organismo non solo dal punto di vista fisico ma anche psicologico per molte persone.

L’eccesso di peso e l’obesità spesso sono dovuti a disfunzioni metaboliche.

L’esatto meccanismo dell’obesità non è ancora del tutto chiaro; tuttavia, è evidente che esiste un legame con l’intensità di processi infiammatori in atto nell’organismo e l’allergia alimentare IgG mediata può intensificare i processi infiammatori.

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Se una persona è obesa o sovrappeso significa che c’è un eccesso di grasso nell’organismo. L’equilibrio fra calorie immagazzinate e bruciate è soggettivo e diversi fattori possono influenzarlo come fattori genetici, alimentazione sbagliata, dieta monotona, assunzione eccessiva di carboidrati e grassi e mancanza di attività fisica.

Diagnosi dell’obesità

L’indice di massa corporea (BMI) è un semplice indicatore relativo al peso e all’altezza che è comunemente usato per identificare l’eccesso di peso e l’obesità. Si ottiene dividendo il peso in kg di una persona per il quadrato dell’altezza in metri (kg/m2). Persone con BMI > 25kg/m2 sono sovrappeso; invece, il BMI > 30 kg/m2 indica uno stato di obesità. Tuttavia, per avere un quadro completo sullo stato di salute e sul peso corporeo è necessario svolgere visite specialistiche dettagliate.

Cause dell’obesità

Diversi fattori possono influenzare il peso corporeo, e l’eccesso di peso e l’obesità sono dovuti principalmente a uno squilibrio fra l’energia assunta e assimilata dall’organismo tramite l’alimentazione e il dispendio di energia, attraverso attività fisica e funzioni dell’organismo.

Hanno un ruolo fondamentale anche fattori genetici e ambientali, ma una corretta alimentazione e una regolare attività fisica sono utili non solo per ridurre il peso corporeo ma anche per il mantenimento del peso corporeo ottimale nel tempo.

Con l’obesità si riscontrano attività infiammatorie sistemiche. La risposta infiammatoria a determinati alimenti innesca la produzione di proteine messaggere come la TNF-alpha.

Quest’ultima blocca i recettori per l’insulina e impedisce così di fornire energia alle cellule.

Lo zucchero presente nel sangue non viene correttamente trasportato alle cellule che ne hanno bisogno e ciò attiva due meccanismi: lo zucchero diventa grasso e la diminuzione del consumo di energia.

Se il livello di zucchero nel sangue è elevato, il fegato trasforma lo zucchero in eccesso in acidi grassi che si depositano nelle cellule adipose. Il blocco dei recettori dell’insulina provoca il rilascio di una quantità sempre maggiore di insulina. L’aumento di concentrazione di insulina impedisce la riconversione degli acidi grassi in zucchero presente nel sangue. Questo significa che l’energia immagazzinata nei depositi di grasso non è disponibile per l’organismo.

La seconda conseguenza è che le cellule hanno meno energia a loro disposizione. Dunque, l’attività delle cellule si riduce così come il metabolismo basale, cioè la quantità di calorie consumate a riposo.

Nel caso di un’allergia alimentare IgG mediata, il sistema immunitario produce anticorpi IgG contro determinati alimenti. Se gli anticorpi IgG sono prodotti in quantità elevata, verranno rilasciate anche le proteine messaggere TNF-alpha e così verranno bloccati i recettori per l’insulina. Questo significa che il processo infiammatorio potrebbe intensificarsi.

L’approccio scientifico all’obesità e all’IgG

L’identificazione di alimenti che potrebbero innescare una condizione infiammatoria è un buon punto di partenza per avere un impatto positivo sull’infiammazione tramite un cambio di dieta. Le IgG sembrano essere il miglior indicatore per identificare gli alimenti come responsabili di uno stato infiammatorio. Tutte le volte che un alimento viene in contatto con il corrispondente anticorpo IgG, si innesca una risposta infiammatoria. Diversi studi hanno mostrato che una dieta impostata sul livello degli anticorpi IgG ha un effetto positivo sulla perdita di peso e sulla stabilizzazione del metabolismo del glucosio.

Per esempio lo studio “IgG antibodies against food antigens are correlated with inflammation and intima media thickness in obese juveniles” Wilders-Truschnig et al. ECED published online 2007; DOI 10.1055/s-2007-993165, mostra che esiste una correlazione tra l’obesità, elevati livelli di anticorpi IgG e l’infiammazione. Ciò spiega perché elevati livelli di anticorpi IgG possono essere coinvolti nello sviluppo di un eccesso di peso o dell’obesità.